Ogni anno sono più di 700 milioni le persone che si spostano per molteplici motivi: lavoro, turismo, studio, missioni e, grazie anche ai voli low-cost, qualunque angolo del globo può diventare una meta turistica.
Durante i viaggi all'estero si entra in contatto con culture, abitudini, ambienti diversi dal proprio ma anche con microrganismi diversi dai propri con cui ci si può infettare e che possono essere veicolati a parenti e amici dopo il rientro.
È per questo che, per evitare di trasformare un'occasione di scambio e di crescita in una spiacevole avventura per sé e per gli altri, bisogna conoscere i pericoli a cui si può andare incontro e prendere opportune precauzioni.
Quando si pianifica un viaggio all'estero, bisogna informarsi bene sul luogo che si andrà a visitare per sapere quali infezioni sono endemiche in quel paese, se sono necessarie delle vaccinazioni e/o delle precauzioni particolari, se è garantita la sicurezza delle acque e dei cibi, le condizioni ambientali; ad esempio si può consultare il sito del Ministero degli Affari Esteri.
Nella seguente tabella vediamo alcuni possibili comportamenti a rischio e l'infezione cui si può andare incontro.
Fattori d rischio | Malattie associate |
Consumo di alimenti crudi o poco cotti |
Colera, epatite A, trichinosi, toxoplasmosi, gastroenteriti virali |
Latte non pastorizzato | Brucellosi, listeriosi, salmonellosi |
Ingestione di acqua non trattata | Salmonellosi, amebiasi, epatite A, epatite E, enterite |
Balneazione in acque dolci | Schistosomiasi, leptospirosi |
Rafting | Leptospirosi |
Rapporti sessuali | HIV, sifilide, gonorrea, epatite B, ulcera molle |
Esposizione ad animali | Rabbia, carbonchio, tularemia, peste, leptospirosi |
Punture e morsi di artropodi | Malaria, febbre dengue, filariosi, malattia Lyme, tularemia, tripanosomiasi, leishmaniosi, rickettsiosi |
In alcuni stati è obbligatorio presentare il certificato di vaccinazione secondo la normativa vigente; esistono comunque vaccini anche non obbligatori ma che è consigliato eseguire per la propria sicurezza. Prima del viaggio all'estero, è importante decidere con il proprio medico quali strategie profilattiche adottare perché esistono particolari condizioni, es. terapie farmacologiche o gravidanza, che sono controindicate per zone con particolari condizioni ambientali o per profilassi farmacologica o vaccinale.
Durante la permanenza all'estero o al rientro, le più comuni manifestazioni cliniche che si possono riscontrare sono:
La valutazione di una febbre al rientro da un viaggio tropicale è sempre una grossa sfida per il medico perché, da un lato, può essere il sintomo di patologie poco comuni nel nostro paese, dall'altro può essere il sintomo di una comune patologia occidentale come influenza o polmonite. Sarà quindi importante riferire al medico la meta del viaggio con le date di arrivo e rientro, quali sono state le abitudini alimentari, le attività svolte, la sistemazione, l'esposizione a insetti, eventuali rapporti sessuali non protetti. Segnalare sempre le vaccinazioni eseguite e se sono state effettuate profilassi farmacologiche.
Anche l'andamento febbrile è un dato importante, ovvero se è continua o a intervalli regolari.
Alcune delle patologie infettive tropicali che si presentano con febbre sono:
La diarrea è una delle manifestazioni più comuni al rientro dai paesi in via di sviluppo, dove le condizioni igieniche sono scarse.
Può essere in forma acuta (insorge entro 5-10 giorni), autolimitante, chiamata anche "diarrea del viaggiatore" caratterizzata da 4 o più scariche di feci in 24 ore associate ad almeno un sintomo tra nausea, vomito, dolori addominali, febbre. Questa deriva dall'ingestione di cibo o acqua microbiologicamente contaminati; per questo si raccomanda sempre di consumare solo cibi ben cotti, evitare il ghiaccio, la verdura cruda, la frutta non sbucciabile, bere solo acqua confezionata, evitare latte e derivati. Di solito la causa è batterica: Salmonella, Shigella, Campylobacter, Yersinia.
Talvolta però la situazione persiste a lungo (settimane o mesi dal rientro); in questi casi si deve sospettare un'infezione parassitaria come Giardia lamblia, Cryptosporidium parvum, Entamoeba histolytica.
Le affezioni dermatologiche sono abbastanza comuni e, di solito, conseguono alle punture di insetti e a eventuali sovrainfezioni batteriche. In genere le manifestazioni insorgono già durante il viaggio e sono descritte come pruriginose.
Lesioni particolari possono essere ricondotte alla leishmaniosi cutanea, parassita trasmesso dai pappataci, o a delle infezioni micotiche superficiali.
L'ittero, ovvero il colorito giallastro di cute e mucose, è nella maggior parte dei casi conseguente ad un'epatite virale. Da prendere in considerazione comunque anche la malaria se associato a febbre elevata, la leptospirosi e la febbre gialla.
Vediamo i principali vaccini disponibili:
Per la Malaria non esiste il vaccino ma va effettuata una profilassi che, come indicato in tabella, va dalla semplice protezione contro le zanzare vettrici del parassita (repellenti, zanzariere, abiti coprenti) in zone a basso rischio fino all'uso di farmaci specifici contro i diversi plasmodi da iniziare prima della partenza e continuare anche dopo il rientro nelle zone ad alto rischio.
Rischio malarico | Tipo di prevenzione | |
Tipo I | Rischio molto limitato | Protezione contro la puntura di insetti |
Tipo II | Rischio di trasmissione malarica da P. vivax o da P. falciparum clorochino-sensibile | Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con clorochina |
Tipo III | Rischio di trasmissione malarica da P. vivax e P. falciparum, associato ad emergente clorochino-resistenza | Protezione contro la puntura d'insetti e profilassi con clorochina + proguanil |
Tipo IV | Alto rischio di trasmissione malarica da P. falciparum, in associazione a casi segnalati di farmacoresistenza oppure Moderato/basso rischio di trasmissione malarica da P. falciparum, ma con elevata farmaco-resistenza |
Protezione contro la puntura di insetti + chemioprofilassi con (in base al tipo di farmaco-resistenza):
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Ad esempio, in Tailandia e Algeria esistono zone di tipo I, in Argentina e Messico di tipo II, in India e Nepal di tipo III e in Kenya, Brasile e Arabia Saudita di tipo IV.
Prima di partire per un viaggio all'estero:
Dott.ssa Maddalena Perotti
Medico Chirurgo - spec. in Microbiologia e Virologia
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