HEV è un piccolo virus a RNA, di forma sferica (diametro 30-35 nm) classificato provvisoriamente nella famiglia dei caliciviridae.
Ne esistono diversi genotipi.
È stato identificato HEV Ag, un antigene correlato all'infezione e, nel siero di malati e convalescenti, il relativo anticorpo Ab anti-HEV.
Si stima che nel mondo ci siano ogni anno 20 milioni di infezioni da virus HEV e 70.000 decessi causati da epatite E.
Il virus è diffuso in tutto il mondo, con distribuzione geografica differente in base ai diversi genotipi. Il tipo 1 è più comune nei paesi in via di sviluppo dove può causare epidemie mentre il tipo 2 si riscontra maggiormente nei paesi industrializzati e generalmente non causa epidemie.
A causa delle scadenti condizioni igienico-sanitarie la malattia è più diffusa nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Egitto e nel sud-est asiatico, dove si riscontrano il 60% di tutte le infezioni mondiali e il 65% di tutti i decessi per epatite E.
Come per l'epatite A, il contagio avviene prevalentemente per via fecale-orale, principalmente tramite acqua contaminata.
L'ospite naturale del virus è l'uomo, ma anticorpi contro l'epatite E (o simili) sono stati isolati anche in alcune specie animali (ad esempio primati).
Altre modalità di trasmissione sono ingestione ci cibi animali infetti, la trasmissione da animali a uomo, le trasfusioni di emoderivati infetti e la trasmissione verticale (da madre gravida a feto)
Dopo un periodo di incubazione variabile da tre ad otto settimane (in media 40 giorni) si sviluppa un quadro clinico simile a quello dell'epatite A, ma caratterizzato da una maggiore frequenza di forme fulminanti (0.5-4% dei casi).
La fascia di età tra i 15 e i 40 anni sviluppa più frequentemente un'epatite acuta sintomatica, mentre nei bambini si ha spesso un decorso asintomatico.
La sintomatologia, quando presente, è quella tipica delle epatiti acute con ittero: anoressia, epatomegalia (ingrossamento del fegato), dolore addominale nausea e vomito, febbre.
Questo virus è particolarmente pericoloso per la donna in gravidanza, soprattutto durante il terzo trimestre, quando la sintomatologia risulta estremamente grave con una percentuale di mortalità del 20-40%.
Come per l'epatite A non sono stati mai descritti casi di cronicizzazione nei soggetti immunocompetenti.
Qualche caso di epatite cronica E è stato descritto in soggetti immunodepressi.
La diagnosi si pone in base al quadro clinico e alla ricerca degli anticorpi specifici nel sangue.
Non c'è un trattamento specifico, si pratica una terapia di supporto. La malattia tende a risolversi spontaneamente.
La prevenzione consiste principalmente in interventi di sanità pubblica per elevare il livello socio-sanitario della popolazione, con particolare riguardo ai sistemi di distribuzione dell'acqua e delle reti fognarie.
E' consigliabile l'utilizzo di acqua sicura, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Evitare di ingerire frutta non pelata e ortaggi crudi non lavati adeguatamente (nelle aree endemiche) e frutti di mare crudi.
Attualmente un vaccino è commercializzato in Cina ed è in corso di valutazione.
Dott. Andrea Merello
Medico Chirurgo - spec. in Igiene e Medicina Preventiva
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