L'iperuricemia rappresenta una condizione clinica che indica un eccesso di acido urico nel sangue (o urato se si indica la forma ionizzata), derivante dal catabolismo delle purine che sono sostanze azotate presenti nelle cellule dell'organismo oppure introdotte con l'alimentazione. Si parla di iperuricemia quando l'esame ematochimico specifico rivela una concentrazione di acido urico nel siero superiore a 7 mg/dl per l'uomo e a 6 mg/dl per la donna. I rischi principali connessi con l'aumento della concentrazione sierica di acido urico sono rappresentati dalla formazione di microcristalli di urato monosodici che possono depositarsi e dare origine ad una patologia chiamata gotta, caratterizzata da processi infiammatori a carico delle articolazioni. Sempre un eccesso di acido urico, può dare origine, a livello renale, a composti (urato di calcio) responsabili della formazione di fastidiosi calcoli (urolitiasi).
I livelli sierici dell'acido urico sono il risultato di molti fattori come il sesso e l'età; difatti l'iperuricemia è più frequente nelle persone anziane ed è molto rara nei bambini e nelle giovani donne. Inoltre, esiste una componente genetica piuttosto forte nella predisposizione all'iperuricemia. Ciò nonostante, un intervento dietetico adeguato è molto importante: le seguenti indicazioni forniscono una linea guida ma andrebbero integrate con un consulto medico specifico per affrontare con sicurezza questa problematica.
Gli alimenti con un alto contenuto di purine dovrebbero essere completamente eliminati perché possono scatenare un attacco di gotta. Essi comprendono acciughe, sardine, cozze, crostacei, vongole, lenticchie, fegato, cuore, cervello ed altre interiora. Anche cacao, cioccolato, caffè e tè forti andrebbero esclusi dall'alimentazione perché apportano quantità significative di teobromina, teofillina e caffeina, sostanze che derivano dalla xantina e che pertanto contribuiscono all'aumento dell'uricemia. Sono invece da limitare vegetali come spinaci, piselli freschi e surgelati, asparagi e cavolfiori.
In caso di iperuricemia sono controindicate diete iperproteiche: la quota proteica non dovrebbe superare il grammo per kg di peso ideale. Sono sconsigliate anche assunzioni elevate di fruttosio (vedere la tabella degli alimenti che contengono fruttosio), contenuto soprattutto nella frutta particolarmente zuccherina come banane, cachi, uva, datteri, nespole, prugne, nel miele e nei dolcificanti ipocalorici, poiché il fruttosio fa parte della via metabolica che porta alla formazione dell'acido urico.
Il carico ponderale, il consumo di alcool, la sedentarietà e i grassi saturi (che aumentano la ritenzione degli urati e sono contenuti ad esempio in carni grasse, burro, strutto, lardo, olio d palma e olio di cocco) sono fattori che aggravano la problematica. Anche le diete dimagranti troppo drastiche (soprattutto se si saltano i pasti) e povere di carboidrati (che in qualsiasi regime dietetico dovrebbero rappresentare la fonte energetica principale) possono determinare uno stato di chetosi per sopperire alla mancanza di energia; la chetosi provoca a sua volta l'acidificazione del pH del sangue e può favorire l'iperuricemia.
Nella tabella che segue [1] sono indicati gli alimenti in ordine decrescente di purine (mg per 100 g di parte edibile cruda):
Alimento | Quantità di purine (mg) |
Cacao amaro | 2287 |
Cioccolato | 882 |
Sardine in scatola | 234 |
Cozze | 199 |
Lenticchie | 162 |
Fegato di maiale | 123 |
Vongole | 117 |
Fegato di bovino | 110 |
Salmone in scatola | 101 |
Carne d'oca | 100 |
Rognone di bovino | 94 |
Trota | 92 |
Carne di pecora | 81 |
Carne d'agnello | 80 |
Carne di tacchino | 79 |
Spinaci | 72 |
Merluzzo | 62 |
Carne di pollo | 60 |
Carne di bovino | 54 |
Carne di vitello | 54 |
Carpa | 54 |
Piselli freschi | 54 |
Piselli surgelati | 54 |
Funghi secchi | 54 |
Carne di maiale | 50 |
Prosciutto crudo | 49 |
Salmone fresco | 47 |
Prosciutto cotto | 45 |
Carne di coniglio | 38 |
Pancetta di maiale | 28 |
Cavolfiore | 24 |
Asparagi | 24 |
Tè nero | 22 |
Caffè | 20 |
Sedano | 15 |
Farina di frumento | 10 |
Pane comune | 10 |
Pasta alimentare | 10 |
Lattuga | 9 |
I derivati del latte non hanno un contenuto particolarmente elevato di purine (<50 mg/100 g) e al tempo stesso le proteine del latte lattoalbumina e caseina hanno capacità uricosuriche [2]. In aggiunta, il calcio presente in questi alimenti è indispensabile per combattere l'insorgere delle patologie da demineralizzazione delle ossa a cui predispone l'iperuricemia. Sono raccomandabili perciò latte e derivati non grassi, come mozzarella, fior di latte, ricotta, scamorza, etc. quali principale fonte proteica (vale comunque il principio che una dieta iperproteica è sconsigliabile).
Per dissolvere i calcoli formati dalla
solidificazione dell'acido urico può essere di grande aiuto bere
almeno 2 litri al giorno di acqua oligominerale purché essa abbia
un pH > 7, permettendo di alcalinizzare le urine e solubilizzare
l'acido.
In generale frutta e verdura fresca hanno proprietà alcalinizzanti ma un grande aiuto viene principalmente dall'acido citrico, acido debole presente a livello alimentare soprattutto negli agrumi.
La funzione dell'acido citrico è sia quella di inibire la formazione dell'urato di calcio sia quella di far aumentare il pH urinario e di conseguenza la solubilità dell'acido urico. L'acido citrico è presente anche sotto forma di presidi terapeutici come il magnesio citrato e il citrato di potassio. Per i suddetti motivi, è importante consumare arance, limoni, mandarini e kiwi, spremute di agrumi e succo di limone come condimento.
Alimenti consigliati | |
Latte e derivati | Fior di latte, mozzarella, ricotta, scamorza, asiago,formaggi spalmabili |
Verdure e ortaggi | Patate, pomodori, lattuga,carciofi, carote, barbabietole |
Frutta fresca e secca | Albicocche, arance, mandarini, ciliegie, mele, pere, noci, olive |
Condimenti | Olio d'oliva, aceto di mele, succo di limone |
Bevande | Acqua oligominerale (almeno 2 litri al giorno) con pH> 7 |
Sembra inoltre dimostrato che il consumo giornaliero di ciliegie, mirtillo, ribes ed altri frutti rosso-blu scuro, abbia un effetto rilevante sulla riduzione dell'acido urico nel siero, in correlazione ad un'aumentata escrezione [3]. In aggiunta, la presenza di antocianidine ed altri flavonoidi in questi frutti, dalle riconosciute virtù antiossidanti, protegge il collagene dei tessuti connettivi difendendoli dagli effetti provocati dall'infiammazione che si verifica durante gli attacchi di gotta.
Esistono numerosi rimedi naturali che possono coadiuvare la terapia e rendere meno insidiosa la patologia. Tra di essi il Ribes Nigrum (ribes) dall'azione antinfiammatoria e diuretica, Spiraea Ulmaria (comunemente chiamata Regina dei Prati) che facilita l'escrezione di acido urico, Equisetum arvensins, particolarmente indicato per le infiammazioni delle vie urinarie, Urtica dioica (ortica)ad attività antiuricemica.
Dott.ssa Giovanna Codella
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