Ideata nel 1995
dal Dr. Barry Sears (nella foto a sinistra), la dieta a zona, si
propone come dieta rivoluzionaria per sconfiggere
il sovrappeso, ma non solo: secondo Sears la "zona" sarebbe infatti
la strategia alimentare migliore per la prevenzione dei problemi al
cuore, del diabete di tipo II e di altre malattie croniche. Inoltre
migliorerebbe le prestazioni sportive e
garantirebbe maggiore energia durante tutta la
giornata.
Non è una dieta dimagrante in senso stretto, ma viene proposta come modello alimentare da seguire per tutta la vita con lo scopo di mantenere un benessere duraturo.
La caratteristica peculiare della dieta a zona consiste nella ripartizione 40-30-30 dei macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi). Ciò significa che il 40% delle calorie deve provenire dai carboidrati, il 30% dalle proteine e il restante 30% dai grassi.
Questa particolare ripartizione dei macronutrienti dovrebbe permettere di regolare i livelli degli ormoni insulina e glucagone in modo tale da non accumulare grassi, rendendoli anzi disponibili come fonte di energia.
Gli eicosanoidi derivano dagli acidi grassi essenziali e agiscono come potenti segnali chimici per le cellule dell'organismo; sono in un certo senso degli ormoni "locali", in quanto non entrano nella circolazione sanguigna, ma hanno effetto sulle cellule stesse che li producono e su quelle vicine.
Secondo Sears la "zona" è proprio quella condizione in cui si avrebbe un equilibrio ottimale per la salute tra i diversi ormoni e tra gli eicosanoidi "buoni" e quelli "cattivi". Secondo le indicazioni della dieta a zona, per raggiungere questo equilibrio bisogna mantenere il rapporto 4/3 tra carboidrati e proteine ed è inoltre necessario integrare la normale alimentazione con supplementi di acidi grassi essenziali (i famosi omega 3 e omega 6).
La dieta a zona impone una scelta molto accurata dei grassi da utilizzare. In particolare richiede di limitare il consumo di grassi saturi e di integrare con olio di pesce "purificato", in modo da ottenere il giusto rapporto tra i diversi acidi grassi essenziali (vedere l'articolo sull'utilità degli integratori di omega 3 per capire quale sia, invece, l'approccio scientifico da seguire). Bisogna inoltre rilevare che che per calcolare con precisione il rapporto tra i diversi acidi grassi (la maggior parte della gente non calcola neppure le calorie) ci si deve complicare un pochino la vita.
I pasti devono essere composti da blocchi e miniblocchi in modo da rispettare il corretto rapporto tra carboidrati e proteine. Il valore calorico dei blocchi è organizzato in modo tale che, alla fine della giornata, le calorie assunte siano meno di quelle "tradizionalmente" necessarie.
Senza addentrarci nei calcoli che sono piuttosto complicati (per chi fosse interessato, spero pochi tra i lettori abituali, basta fare una semplice ricerca su Google per trovare decine di siti dedicati alla dieta a zona), il risultato è una dieta fortemente ipocalorica e completamente sbilanciata a favore delle proteine.
Pur avendo qualche merito, la dieta a zona deve essere bocciata completamente come regime alimentare a lungo termine per diversi motivi:
Nonostante i troppi lati negativi, alla dieta a zona bisogna riconoscere anche qualche aspetto positivo:
Le informazioni pubblicate su Dietabit.it hanno carattere esclusivamente divulgativo e non devono essere considerate come consulenze né prescrizioni di tipo medico o di altra natura. Prima di prendere decisioni riguardanti la propria salute, compresa quella di variare il proprio regime alimentare, è indispensabile consultare, di persona, il proprio medico.