Grazie ai prezzi che sono diventati con gli anni sempre più abbordabili, il cardiofrequenzimetro è ormai entrato a far parte della strumentazione standard del runner competitivo e inizia ad avere un discreto successo anche tra i jogger che, senza particolari ambizioni cronometriche, corrono avendo come unico obiettivo il benessere fisico o il dimagrimento.
Di solito è composto da due parti separate:
Il sensore può misurare le pulsazioni grazie alle variazioni elettriche che scandiscono i battiti del cuore. In pratica agisce in modo simile a quanto fanno gli strumenti (ovviamente molto più complessi) usati in ambiente clinico per eseguire un elettrocardiogramma.
La trasmissione dei dati, in tutti i modelli moderni, è codificata in modo tale che ogni cardiofrequenzimetro riceva solo i dati trasmessi dal proprio sensore sulla fascia cardio e non quelli di eventuali compagni di allenamento (o avversari in gara) che dovessero correre con lo stesso modello di cardio. L'abbinamento tra la fascia e l'orologio ricevitore avviene automaticamente al momento in cui si accende il cardiofrequenzimetro e si avvicina per la prima volta il ricevitore alla fascia cardio.
Esistono anche modelli molto economici che non hanno la fascia cardio: li sconsigliamo per chi corre in quanto attualmente non esiste una tecnologia in grado di rilevare con precisione la frequenza cardiaca durante la corsa senza utilizzare una fascia toracica.
Facciamo una premessa importante:
Il cardiofrequenzimetro non è indispensabile, né per andare forte, né per dimagrire!
Alcuni atleti professionisti ne fanno tranquillamente a meno sia in allenamento sia in gara (anche in quelle dove l'utilizzo di questo strumento sarebbe invece indicato). Molti altri lo utilizzano sia in gara sia in allenamento, a volte "spontaneamente" e a volte perché obbligati dai propri allenatori.
Per l'allenatore i dati registrati dal cardio sono utili per valutare a posteriori la prestazione del proprio atleta. Mentre per il runner professionista è sufficiente ascoltare le proprie sensazioni per capire se sta "correndo bene", l'allenatore ha bisogno di dati oggettivi e ben misurati.
Quando si vuole ottimizzare la prestazione, paradossalmente, il cardio è più utile per l'amatore che per il professionista. Il professionista ha a disposizione una squadra che lo segue costantemente: un medico che può eseguire test molto precisi come ad esempio quello del lattato (durante un particolare allenamento, si esegue un prelievo di sangue ogni tot km) e un tecnico con il quale preparare gli allenamenti.
L'amatore, che non ha tutte queste possibilità, deve essere al tempo stesso allenatore e atleta e ha quindi bisogno di trarre il maggior numero di informazioni dai pochi strumenti che ha a disposizione (il cronometro, il cardiofrequenzimetro e la misurazione precisa del percorso di allenamento).
Il cardio diventa quindi un utile strumento sia per modulare l'intensità dello sforzo durante l'allenamento, sia per valutare successivamente la seduta svolta (in un prossimo articolo vedremo proprio come sfruttare al meglio il cardiofrequenzimetro per l'allenamento del runner). Anche in gara può essere un buon alleato, sia per evitare partenze troppo veloci, sia per regolare lo sforzo nelle corse in salita o campestri dove i tempi "al chilometro" diventano praticamente inutili.
Chi invece corre per dimagrire può trovare utili quei modelli di cardiofrequenzimetro che prevedono il calcolo delle calorie in base ai valori rilevati per la frequenza cardiaca. Alcuni sono dei veri e propri "computer da polso per l'allenamento": memorizzano tutti i dati di frequenza cardiaca rilevati durante l'allenamento e permettono di consultarli a posteriori. Altri dispongono di accessori quali il foot pod che permettono di misurare con discreta precisione la distanza percorsa e la velocità tenuta durante l'allenamento. Alcuni modelli possono anche essere collegati al PC per scaricare i dati degli allenamenti.
Esistono poi modelli ancora più evoluti (li consigliamo solo ai runner più esperti) che, oltre alle funzioni cardio, grazie a un ricevitore GPS rilevano con precisione (ogni secondo) la posizione dell'atleta durante l'allenamento. Dopo l'allenamento è possibile scaricare i dati sul PC e utilizzarli per svariate funzioni (es. ricostruire su una mappa il percorso di allenamento, rivedere tutti i dati relativi alla velocità tenuta nei vari intertempi, calcolare con precisione la distanza percorsa).
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