La dieta personalizzata
Da molto tempo affermiamo che per una persona sana, non obesa ma
solo in sovrappeso, per dimagrire non è necessario il ricorso ad un
esperto (dietologo, dietista o nutrizionista). Il sistema migliore
è quello di informarsi in prima persona, capire cosa si intende per
"alimentazione equilibrata", saper riconoscere gli alimenti sani e
quelli da evitare, imparare a calcolare le calorie e mantenere uno
stile di vita attivo.
Detto con parole ancora più semplici e dirette: per
dimagrire basta mangiare bene, non mangiare troppo e fare
sport.
Fatta questa importante premessa, vediamo quali sono quelle
situazioni in cui il ricorso ad un professionista per la creazione
di una dieta personalizzata può essere utile:
- quando si è già provato alcune volte da soli e l'obiettivo non
è mai stato centrato: in questo caso una dieta personalizzata
ideata da un esperto potrebbe essere utile, anche per mettere in
evidenza, confrontandola con le diete seguite in precedenza, gli
errori che sono stati commessi nei tentativi di dimagrimento
falliti;
- si hanno esigenze particolari difficili da gestire: potrebbe
essere il caso di soggetti che per motivi vari non possono (es.
intolleranze) o non vogliono (es. per motivi religiosi o etici)
consumare alcune classi di alimenti. In questo caso la dieta
personalizzata dovrà essere studiata con attenzione, cercando in
qualche modo di soddisfare il fabbisogno di macronutrienti e
micronutrienti utilizzando i soli alimenti che rimangono a
disposizione;
La personalizzazione
Quale che sia il motivo per cui la
si è scelta, una dieta personalizzata deve rispettare almeno i
seguenti requisiti fondamentali:
- Il bilancio energetico: le calorie fornite
dalla dieta devono rispettare il fabbisogno del soggetto (tenendo
conto del metabolismo di base e delle attività fisiche svolte
generalmente durante la giornata (lavoro, sport, spostamenti,
ecc.).
- La ripartizione dei macronutrienti: la dieta
personalizzata, oltre a garantire la quantità minima di ogni
macronutriente (proteine, carboidrati e grassi) per soddisfare il fabbisogno del
soggetto, deve essere bilanciata in modo che l'energia fornita in
percentuale da ciascun macronutriente sia in linea con le
indicazioni della comunità scientifica. Evitare quindi diete
iperproteiche o altre diete sbilanciate.
- La varietà di alimenti: è importante che, nel
rispetto delle indicazioni fornite dal paziente, il professionista
utilizzi un'ampia varietà di alimenti per la stesura della dieta.
Mangiare tutti i giorni le stesse cose è frustrante dal punto di
vista psicologico e controproducente dal punto di vista medico.
Variare gli alimenti permette di assicurare con più facilità il
soddisfacimento dei fabbisogni di sostanze utili all'organismo come
vitamine, sali minerali, acidi grassi essenziali e antiossidanti.
Potranno ovviamente esserci alimenti che si ritrovano più volte
nell'arco della settimana, ma in generale la dieta dovrebbe
prevedere almeno qualche alimento diverso nei diversi giorni della
settimana.
- L'appagamento psicologico: come sappiamo bene,
mangiare serve a soddisfare non solo il corpo, ma anche la mente.
La dieta non deve essere troppo punitiva dal punto di vista del
gusto e, soprattutto, dovrebbe essere "personalizzata" anche da
questo punto di vista. È fondamentale per il professionista che
stila la dieta tenere conto delle indicazioni date dal paziente
circa il gradimento dei vari cibi.
- Adattamento alle mutate esigenze: non si può e
non si deve seguire lo stesso schema alimentare per troppo tempo.
Man mano che si dimagrisce è bene adattare la dieta o sostituirla
completamente. Il professionista dovrebbe essere disponibile per
seguire il paziente di tanto in tanto, ma sempre senza diventare un
"santone" da seguire (e pagare) per tutta la vita.
In conclusione, se non si ha proprio voglia di imparare (in
questo caso sarebbe meglio trovare la voglia), se la strategia fai
da te dovesse fallire o se per qualsiasi altro motivo si dovesse
decidere di ricorrere all'aiuto di un esperto per la redazione di
una dieta personalizzata, il nostro consiglio è di verificare che
siano rispettati almeno i requisiti fondamentali esposti sopra.
Inoltre bisognerebbe verificare che la persona che segue il
paziente sia disposta a brevi (e non troppo costosi) incontri di
verifica, con lo scopo di misurare ed annotare i progressi. Questi
brevi incontri hanno l'indubbio vantaggio di creare nel paziente un
coinvolgimento psicologico legato ad un senso di
responsabilità.
Per dirla con un esempio: "questa settimana non sgarro perché ho
il controllo dal dietista".